Il talento: che cos’è davvero?

da Mag 2024Blog

Il Talento: che cos’è davvero?

“Talento: capacità innata di fare qualcosa in modo egregio, eccezionale, magistrale. Quando possiamo mettere in campo i nostri talenti ci brillano gli occhi perché sappiamo che stiamo facendo la differenza”

1. Cos’è il talento

Ogni persona possiede dei talenti, e tutti i talenti sono ugualmente importanti. Non ce n’è uno più prezioso di un altro, né esistono persone che non hanno talenti. Quello che esiste sono persone che sanno molto bene quali sono i propri talenti e sanno valorizzarli al meglio, e persone che si sottovalutano e sono le prime a considerarsi ‘buone a nulla’.

Ma cos’è un talento? È quella capacità di fare qualcosa (qualsiasi cosa) in modo
eccezionale, in modo superlativo, in modo da fare davvero la differenza. Può trattarsi di qualcosa di pratico (es. costruire un mobile), di analitico (es. strutturare una strategia), di organizzativo (es. pianificare un evento), di comunicativo (es. tenere uno speech motivazionale), di artistico (es. creare una melodia), di relazionale (es. dirimere un conflitto) e chi più ne ha più ne metta!

Non un’area è più importante dell’altra, quello che conta è il risultato che si ottiene: meglio essere eccellenti in campo organizzativo o mediocri in campo strategico? Meglio essere superlativi in campo artistico o appena sufficienti in campo relazionale?
Meglio essere eccellenti in quello che facciamo, a tutto vantaggio della nostra vita e del nostro lavoro.
Solo che non si può essere eccellenti in tutto.

2. Perché sottovalutiamo i nostri talenti?

Si tratta di una deriva del nostro sistema educativo e culturale:
le ricerche dicono che il 77% dei genitori e degli insegnanti si concentra maggiormente su ciò che ai bambini e alle bambine riesce male rispetto a ciò che riesce loro bene.

In questo modo fin dall’infanzia ci orientiamo a cercare di essere qualsiasi cosa vogliamo essere, e ad essere il meglio in ogni attività, anche se non ci riesce naturalmente bene.
Con risultati molto spesso frustranti, e ben lontano dal potenziarci rispetto a ciò che ci riesce bene in modo naturale.

3. Come fare emergere i propri talenti

Le ricerche della società Gallup e dello psicologo Clifton hanno messo in evidenza che le persone che raggiungono il successo, in qualsiasi campo (sportivo, artistico, aziendale, familiare, relazionale), lo raggiungono grazie a ciò che sanno fare naturalmente bene, grazie a ciò che fanno in modo eccellente, a ciò che è sempre venuto loro bene, senza particolari sforzi o sacrifici. Si tratta di percorsi di pensiero e comportamenti naturali e ricorrenti che possono essere applicati produttivamente. Si tratta di talenti.

Ognuno di noi ha i propri talenti, e la combinazione dei nostri talenti fa di noi individui unici e abili a lasciare un segno indelebile del nostro passaggio nel mondo.

Purtroppo, il nostro sistema scolastico porta gli insegnanti e i genitori a incitare il bambino a ‘sforzarsi’ maggiormente in quegli aspetti che invece non gli vengono naturali, quegli aspetti nei quali molto difficilmente raggiungerà l’eccellenza. Se un bambino è bravo in letteratura e scarso in matematica, potrà studiare quanto vuole ma molto difficilmente

diventerà un eccellente statistico. Potrà essere un mediocre statistico, non un eccellente statistico. Potrà invece, sviluppando il suo naturale talento per la letteratura, raggiungere il successo e addirittura vincere il Nobel.

E poi, dopo la scuola, nel mondo del lavoro, le aziende sono maggiormente orientate a replicare il modello scolastico e a pretendere che le persone sappiano fare di tutto e bene, anziché fare esprimere le persone principalmente nelle attività che riescono loro naturalmente bene, senza sforzo. Come sarebbe mettere tutte le persone a svolgere le attività che fanno in modo eccellente? Come cambierebbe la performance di un’azienda, il coinvolgimento delle persone, il senso di appartenenza?

L’attitudine a fare leva su ciò che facciamo ‘naturalmente’ bene, sui nostri talenti, è invece molto presente nel campo dello sport o delle arti. L’allenatore di calcio che ha un membro della squadra che tira molto bene le punizioni, non lo metterà ad allenarsi in porta solo perché è una sua area di miglioramento.
Né tantomeno il direttore di orchestra inviterà il suo primo violino a studiare il pianoforte per costruirsi un profilo professionale più completo.
E tutto questo ci condiziona.

4. Come ci poniamo nei confronti dei nostri talenti

Non siamo abituati a parlare di ciò che sappiamo fare in modo magistrale, certe volte non lo sappiamo nemmeno. E anche se lo sapessimo, nel momento in cui lo dobbiamo dichiarare scatta qualcosa dentro di noi, qualcosa del tipo ‘chi ti credi di essere?’ oppure ‘che presunzione!’ e allora riportiamo l’attenzione su ciò che non ci viene bene, su ciò in cui possiamo migliorare, o peggio ancora, sui nostri difetti.

Con una falsa modestia estremamente dannosa.
Viviamo una vita facendoci più piccoli di ciò che siamo. Siamo bravissimi a portare
l’attenzione, e a dichiarare agli altri, quelli che sono i nostri difetti, e se qualcuno invece ci riconosce un nostro pregio ecco che interviene la drammatica frase depotenziante: “io? ma va… avrebbe potuto farlo bene chiunque” (molto tipica nelle donne).

Quanto tempo perdiamo nel farci più piccoli di quello che siamo? Nello sminuirci, nel castrarci, nel soffocare i nostri sogni, perché qualcuno ci ha detto che erano troppo grandi, e di tornare con i piedi per terra? Quanto tempo dedichiamo a voler essere perfetti, a dimostrare all’esterno che valiamo qualcosa, a voler correggere ciò che non ci viene naturalmente bene? Che prezzo paghiamo in termini di opportunità che non cogliamo, di scarsa passione per ciò che facciamo, di limitato coinvolgimento nelle attività che occupano la nostra giornata?

Questa attitudine a ‘sistemare’ ciò che non va è alimentata dall’eterna ricerca di essere bravi in tutto, come se dichiarare che una certa cosa non ci viene bene fosse un peccato capitale, la pubblica denuncia della nostra vulnerabilità, come se fossimo diversi dagli altri con i quali tanto spesso, e con conseguenze catastrofiche, ci paragoniamo.

Cosa accade dentro di me quando esprimo apertamente quelli che sono i miei talenti? Riesco a rappresentare i miei talenti, ciò che mi riesce bene, senza sentire dentro di me una vocina che mi dice: sei presuntuoso/a?

5. Strumenti per fare emergere e potenziare i propri talenti

  1. Allenati a tenere la tua attenzione orientata verso ciò che ti viene bene, verso i tuoi talenti, verso le tue abilità, verso i tuoi successi. Certamente la mente, abituata da anni di depotenziamento, ti riporterà velocemente a ciò che invece non ti viene bene, agli errori che hai fatto, ai rischi che potresti correre ad esporti troppo con i tuoi talenti. Non appena te ne accorgerai, con gentilezza riporta la tua mente a focalizzarsi sulle attività per cui sei naturalmente dotato, e che ti fanno brillare gli occhi quando le fai, quelle attività per le quali, intimamente (perché a voce alta non si può dire sai di essere davvero eccellente
  2. Fai una lista dei tuoi successi, e prova a mettere a fuoco quali tue caratteristiche ti hanno aiutato a raggiungerli. Probabilmente troverai che alcuni tuoi aspetti si ripeteranno, per giungere alla conclusione che quegli aspetti sono proprio ciò su cui puoi fare leva tutte le volte che affronti un’attività, per poterla svolgere in modo magistrale. Quegli aspetti sono i tuoi talenti innati, che peraltro possono crescere all’infinito se ti allenerai a utilizzarli senza più remore o costrizioni.
  3. Chiedi alle persone che ti vogliono bene di fare una lista dei tuoi talenti, delle cose che apprezzano di te, di ciò che sanno che tu sai fare davvero molto bene. Chiedi la lista come se fosse un regalo molto importante per te, cosicché le persone la possano stilare con attenzione e grande motivazione. Poi prenditi uno spazio e un tempo tutto tuo per leggere ciò che ti hanno scritto. Osserva come gli altri sanno riconoscerti, molto meglio di te, i tuoi talenti. E osserva anche se c’è una voce dentro di te che continua a sminuirti, dicendoti che “questo è troppo”, “no dai, ha esagerato”, “non sta parlando di me”… se questa voce c’è allora sai che può continuare a boicottarti, e anche in questo caso ti prego di smettere di alimentarla, mettendoci attenzione. Piuttosto puoi scegliere di mettere tutta la tua attenzione su ciò che ti hanno scritto nella lista le persone che hai coinvolto, smettendo di ‘nascondere’ i tuoi talenti per non apparire presuntuoso… tanto ormai se ne sono accorti tutti che in quei campi sei eccellente!
  4. Smetti di dare spazio alla falsa modestia, e impara ad apprezzare i tuoi talenti e a manifestarli apertamente agli altri. Pensa che mondo bellissimo sarebbe se tutti potessero essere consapevoli dei propri talenti, e mostrarli apertamente agli altri, cosicché ognuno di noi possa mettere a disposizione degli altri i propri doni, anziché continuare ad alimentare un mondo in cui tutti ci critichiamo, ci paragoniamo, ci depotenziamo, e ci facciamo più piccoli di quelli che siamo.

6. Cosa fare ora?

Ti invito a contattarmi per una breve chiacchierata gratuita. Verificheremo insieme se sono la persona giusta per te, se ti piace il mio stile, se quello che ti offro può aiutarti a entrare in contatto con i tuoi talenti innati e a valorizzarli al meglio, affinché possano pienamente supportarti nella vita Io sono una coach professionista certificata da ICF – International Coaching Federation
come PCC – Professional Certified Coach. Ciò significa che un ente certificatore
esterno ha riscontrato la mia esperienza e competenza come coach, cosa che mi
distingue dalla maggior parte dei / delle coach in circolazione.

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